"La realtà è il campo" (Einstein)
Stress: stanchezza surrenali?

Stress: stanchezza surrenali?

stanchezza surrenali

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Questa poco diagnosticata causa del perpetuarsi del malessere

Oggigiorno moltissime persone lamentano una sorta di stanchezza persistente accompagnata da altri disturbi alla quale non riescono a dare completa spiegazione neppure con l’ausilio di analisi di vario tipo o con la consultazione di diversi specialisti, in quanto tutto sembra, come si suol dire, “nella norma”.

In realtà, più spesso di quanto non si pensi, esiste un affaticamento surrenale frutto di intensi e/o prolungati periodi nei quali il nostro organismo (mente e corpo) ci ha supportato nell’affrontare ingenti mole di lavoro, stress, “pensieri”, etc, stancando le nostre ghiandole surrenali nella produzione di tutto quell’apporto ormonale necessario a fronteggiare efficacemente le varie vicissitudini.

Tutto ha funzionato bene ed a lungo, ma alla fine, “le truppe” a nostro supporto, pare tutto d’un tratto, non siano più efficienti e ci manifestino l’esigenza di una tregua! Purtroppo, però,

Tale stanchezza da affaticamento delle ghiandole surrenali non emerge quasi mai a livello diagnostico se non dopo mesi o anni…

e non viene tenuta probabilmente in sufficiente considerazione né da chi si occupa di salute né di conseguenza da chi lamenta i sintomi. Questo può comportare un grande scoramento perché non si “torna a stare bene” così velocemente o facilmente rispetto a quanto ci si potesse aspettare, nonostante gli sforzi e l’esclusione di cause evidenti.

Inoltre, una maggiore consapevolezza di questa che è chiamata proprio “sindrome” da affaticamento delle surrenali, potrebbe auspicabilmente spronarci a prestare – ovviamente laddove possibile – più attenzione a come affrontiamo le questioni della nostra vita, magari essendoci resi conto che non sempre la cosiddetta “lotta per la vita” è davvero lotta per la vita: spesso in realtà è piuttosto “lotta per il successo”…

Stress stanchezza surrenali LaboratorioAura, Biorisonanza Firenze

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Sintomi tipici

Alcuni studi riportati dal Dr. Michael Lam (fisico e medico di origine orientale naturalizzato statunitense che ha studiato in maniera approfondita la Adrenal Fatigue Syndrome come parte della complessa reazione neuroendocrina dell’organismo a seguito di stress prolungati) fanno emergere che oltre l’11% della popolazione occidentale soffre di stanchezza generalizzata e persistente e che circa il 4% ha sintomi che perdurano per oltre 6 mesi:

  • mancanza di energia senza apparente spiegazione;
  • desiderio di cercare riposo e tendenza a diminuire o evitare le attività sociali; peggioramento della vita sociale;
  • tendenza all’ipotiroidismo, e quindi ad un abbassamento del metabolismo basale;
  • tendenza ad ingrassare nella parte alta del corpo, in special modo dorso, collo, braccia e addome, e difficoltà nel perdere peso;
  • tendenza ad ammalarsi più facilmente anche solo di influenza, raffreddore o sinusiti, e ad avere abbondante produzione di muco; minore rapidità nel relativo processo di guarigione;
  • riduzione della libido e dell’attività sessuale;
  • irritabilità al lavoro ed alla fine della giornata;
  • palpitazioni;
  • pressione bassa;
  • minore resistenza all’attività fisica, sentirsi esausti dopo l’attività fisica;
  • minore chiarezza mentale e capacità di concentrazione e memoria;
  • minore energia al risveglio e un calo di energia tra le ore 15 e le 17 del pomeriggio;
  •  ipoglicemia a digiuno e “fame” (craving) da carboidrati; sentirsi meglio per un breve periodo non appena mangiato, ma poi accusare sonnolenza; sentire il bisogno di cibi salati e ricchi di grassi e/o calorie;
  • aver bisogno di caffè o di altre sostanze stimolanti al mattino;
  • maggiore evidenza dei sintomi mestruali per le donne, e mestruazioni irregolari; ovaio policistico;
  • tensioni e dolori alla schiena senza particolari cause apparenti;
  • perdita di capelli;
  • squilibri nella regolazione della temperatura, come mani e piedi freddi; sensibilità al freddo umido;
  • emersione di allergie multiple, rashes cutanei, eczemi, asma, intolleranze alimentari.

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Questo tipo di stanchezza è il modo attraverso il quale il corpo pone freno ad abitudini e stili di vita che hanno preso un andamento non sostenibile. È un segnale di allerta che la bilancia “entrate-uscite” a livello energetico è squilibrata, per cui si stanno intaccando le riserve del nostro “portafoglio” energetico costituzionale.

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Le ghiandole surrenali e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene:

Le ghiandole surrenali sono collocate sopra i reni e sono responsabili di oltre 50 tipi di ormoni implicati nella risposta fisico-emotiva da stress.

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Ogni ghiandola surrenale possiede una parte midollare interna ed una parte corticale esterna che è deputata alla secrezione degli ORMONI STEROIDEI:

  1. i mineral-corticoidi (vd aldosterone) che contribuiscono alla regolazione della pressione sanguigna e dell’equilibrio elettrolitico ed idratazione;
  2. i gluco-corticoidi (vd corticotropina e cortisolo, detto “ormone dello stress”) i quali bilanciano i livelli di zuccheri nel sangue, forniscono energia, assistono al metabolismo del cibo, regolano la risposta immunitaria e lo stress.
  3. gli ormoni sessuali (vd DHEA, che poi viene convertito in testosterone, DHT o estrogeni).

Invece nella parte interna del surrene, quella midollare, vengono sintetizzati le CATECOLAMINE adrenalina e noradrenalina, che servono A ottenere una risposta rapida di tutto l’organismo nelle situazioni di stress.

Le ghiandole surrenali sono controllate in gran parte dal cervello attraverso le ghiandole dell’ipotalamo e dell’ipofisi: l’ipotalamo produce l’ormone di rilascio della corticotropina CRH, noto anche come “ormone della crescita”, e la vasopressina AVP, nota anche come “ormone antidiuretico”, i quali a loro volta inducono l’ipofisi a secernere corticotropina ACTH che stimola le ghiandole surrenali a produrre corticosteroidi.

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Tuttavia, il cervello non solo comanda la produzione degli ormoni, ma al tempo stesso ne è anche bersaglio in quanto il sistema limbico esprime recettori per gli ormoni glucocorticoidi (cortisolo e corticosterone). Questo significa che a sua volta

Le funzioni neurologiche, il rimodellamento dell’architettura cerebrale e le funzioni endocrinologiche ed immunitarie sono influenzate dai livelli di gluco-cortisoidi (vd cortisolo/ormone dello stress).

Gli ormoni dello stress hanno effetti sistemici praticamente su tutti gli organi, variabili in base al tempo in cui permane lo stress.

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Nel breve periodo, l’effetto del cortisolo è quello di mobilitare le risorse energetiche, muscolari, e attentive dell’organismo, che consentono di affrontare al meglio lo stimolo fisico o psichico, ma nel medio-lungo periodo gli effetti possono essere patogeni:

1. In particolare, a livello cerebrale si assiste a una riorganizzazione di aree cruciali, con una riduzione dei dendriti (fibre nervose) nell’ippocampo e nella corteccia mediale prefrontale e, invece, un incremento delle connessioni dendriniche nell’amigdala.

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2. A livello del sistema immunitario si assiste ad un deterioramento delle risposte immunitarie ed alla produzione di stati infiammatori non controllati (vd aumento dei livelli circolanti di citochine proinfiammatorie IL-1, IL-6, TNF-alpha), fino a situazioni chiamate “auto-immunitarie” dalla medicina allopatica;

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3. A livello del sistema metabolico e cardiovascolare si assiste ad alterazioni del metabolismo degli zuccheri e dei lipidi che generano effetti sistemici anche sul cuore.

LE 4 FASI DELLA STANCHEZZA SURRENALE

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1. FASE DI ALLARME

Si riscontrano livelli molto alti di cortisolo per una super attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene ed una iperattività psico-neuro-endrocrino-immunologica correlata alla fase di allarme. Gli alti livelli di cortisolo però riescono a tenere a bada il sistema nervoso e gli stati infiammatori, danno appetito e un senso di “buon umore” che serve ad affrontare lo stesso stress.

Ci si sente del tutto in grado di affrontare lo stress.

2. FASE DI RESISTENZA ALLA RISPOSTA

I livelli di cortisolo cominciano a decrescere: rientrano nella norma ma si continua a interfacciarsi con gli stressors. Si cerca di sopperire con integratori, sostanze eccitanti, zuccheri, cibi salati e grassi.

Si convive con lo stress contrastando i primi sintomi.

E’ una fase insidiosa che tende a non essere riscontrata e per lo più viene protratta per anni durante i quali si riscontrano sintomi border-line sovente attribuiti all’avanzare dell’età o alla “vita quotidiana”:

  • calo di vitalità,
  • maggiore affaticabilità ed irritabilità,
  • senso di ansia,
  • insorgenza di intolleranze, meteorismo, acidità di stomaco,
  • facilità agli stati infiammatori delle articolazioni e mal di schiena,
  • etc.

3. FASE DI ESAURIMENTO SURRENALI

I livelli di cortisolo scendono al di sotto del loro valore medio e viene progressivamente a mancare il loro supporto al sistema nervoso autonomo ed al sistema immunitario.

3a – Disfunzione della sola risposta surrenale: Il corpo sta funzionando al 75% delle sue normali capacità.

Si notano sintomi di stanchezza persistente e l’aggravarsi delle condizioni fisiche della fase II. L’affaticamento non viene risolto semplicemente con un piccolo riposo, i livelli di ormoni tiroidei si abbassano, le donne possono vedere l’aggravarsi dei sintomi premestruali, etc.

3b – La disfunzione surrenale coinvolge anche gli altri ormoni: Il corpo sta funzionando al 50-75% delle sue normali capacità.

Si ha una “disfunzione dell’asse ormonale” gonadi-tiroide-surrene con una dominanza estrogestinica e la tendenza all’ipotiroidismo. Nelle donne possono comparire fibromi, cisti al seno e in generale irregolarità mestruali. Si registra un calo della libido ed un intensificarsi del senso di stanchezza generalizzato, talvolta con dolori musco-scheletrici finanche a dolori di tipo fibromialgico o di origine incerta, ricorrenti o intermittenti infezioni, episodi di depressione, disturbi del sonno.

3c – Disequilibrio dell’intero asse Psico-Neuro-Endocrino-Immunologico: Il corpo è al 25-50% delle sue capacità normali.

È in questa fase che si ha il maggiore declino delle funzioni fisico-psichiche. Si possono manifestare, dunque, anche episodi di attacchi di panico, depressione, vertigini. Anche l’attività lavorativa diventa un problema.

3d – Pre-Esaurimento. La funzione surrenale cade a picco ed è diagnosticabile con esami da laboratorio.

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Se nelle fasi 2, e 3a e B, con mezz’ora di pisolino ci si sentiva meglio, e nella fase 3c era necessaria da un’ora a quattro di riposo, nella fase 3d sono necessarie da sei a dieci ore di riposo per sentire reale beneficio.

  • Compaiono i sintomi della:dis-lipidemia e resistenza insulinica,
  • fino ai casi più gravi di iperlipidemia, steatosi, ipotensione, ipoglicemia, amenorrea, impotenza, etc.

4. FASE DI ESAURIMENTO DELLE SURRENALI.

Non si è più in grado di far fronte adeguatamente ai normali imput ed attività della vita quotidiana ed è necessario fermarsi e intraprendere un percorso terapeutico.

La probatio diabolica della diagnosi

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A detta di alcuni studi, la sindrome da stanchezza surrenale costituisce uno dei disturbi meno diagnosticati al mondo nell’epoca moderna, ma contemporaneamente uno dei più rappresentati nella popolazione.

Il problema diagnostico dipende da due ostacoli:

  1. scarsa diffusione in ambito medico di una approfondita conoscenza del problema della stanchezza delle surrenali e scarso approccio “Psico-Neuro-Endocrino-Immunologico”;
  2. oggettiva difficoltà nella misurazione degli ormoni dello stress.

Sembra quasi che la misurazione dello stress tramite la misurazione del cortisolo sia una “probatio diabolica”, come direbbero i latini. Il medico, infatti, non potrà diagnosticare la stanchezza surrenale, se non tramite il test Adrenal Stress Index (ASI) che si fa misurando il cortisolo salivare nelle 24 ore, ma si tratta di un test poco utilizzato dai medici. Normalmente si effettua l’esame del cortisolo nel sangue con al massimo due prelievi (generalmente uno al mattino, quando, per il ciclo circadiano i suoi livelli tendono ad essere più elevati, ed uno nel tardo pomeriggio, quando i livelli generalmente si abbassano). L’esame del cortisolo nel sangue così effettuato darà valori predittivi della sindrome da affaticamento delle surrenali soltanto quando ci si trovi nella fase 3c-d o addirittura 4, e difficilmente prima. È per questo che la diagnosi è tanto difficile, soprattutto nelle fasi “precoci”.

Tuttavia, vale la pena ricordare che, se si riconoscono la maggior parte dei sintomi già enunciati, un campanello di allarme già esiste: il corpo come al solito “parla” e richiede che qualcosa venga modificato nello stile di vita, altrimenti

Se si oltrepassano le 4 fasi della stanchezza surrenale, è possibile sfociare in una insufficienza surrenalica cronica, patologia che, adesso, il medico potrà certamente diagnosticare.

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Un rischio molto comune è quello che il medico, di fronte ad una miriade di piccoli segnali che vengono sminuiti, prescriva farmaci ansiolitici, sedativi o antidepressivi. Questo atteggiamento è sconfortante per la persona stessa, che si sente frustrata ed è indotta a credere che il suo problema sia principalmente “psico-somatico”. È indubbio che via sia una base soggettiva psicologico-caratteriale che dipende dalla sensibilità, delle esperienze passate e dall’ambiente in cui vive ciascun individuo, ma è altrettanto indubbio che la cascata di reazioni bio-fisiche dell’organismo è un qualcosa di assolutamente oggettivo.

Un’altra tendenza che spesso si riscontra da parte dei medici è quella di attribuire molti sintomi della stanchezza surrenale all’ipotiroidismo, che, invece, non ne è la causa, bensì una conseguenza. In tal caso, le prescrizioni riguardano l’apporto di ormoni tiroidei sintetici, come la tiroxina. L’effetto dell’assunzione di tiroxina sintetica è che l’organismo si sentirà costretto a far marciare la “macchina corpo” anche se ci sono dei “guasti” che vorrebbero che si rallentasse.

Purtroppo, gran parte dei medici occidentali, incluso gli endocrinologi, sono disavvezzi all’individuazione della sindrome da affaticamento surrenale.

Volendo rivolgersi alla BIORISONANZA, si potrebbero trovare i riscontri della stanchezza delle surrenali già nella primissima fase. Gli apparecchi di biorisonanza infatti sono estremamente sensibile a questo tipo di parametri.

Si veda meglio la pagina sui test completi di biorisonanza.

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CONSIGLI PRATICI

Costanza

Poiché la stanchezza surrenale è causata da diversi fattori che concorrono nel corso degli anni, occorre costanza.

Riposo

Prendersi più tempo per se stessi, consapevoli che un recupero totale richiede un po’ di riposo. Il sonno rappresenta un modo ineguagliabile per lasciare l’organismo libero di ritrovare la salute. Poiché durante il sonno pretendiamo dai nostri organi molto meno di quanto facciamo da svegli, si tratta di un momento in cui le cellule del nostro organismo possono dedicarsi ad autoripararsi.

Se la qualità del sonno stenta ad essere ottimale, è possibile aiutarsi inizialmente con della MELATONINA, che permette di mettere a riposo la pineale. La melatonina non è un ormone, ma un «mediatore chimico universale del mondo biologico» tuttora non sufficientemente conosciuto, che non solo è presente nella carne e nei vegetali (e quindi i suoi livelli possono cambiare anche con la dieta), ma che viene prodotta sia dalla pineale che da altri organi e tessuti (retina, mucosa intestinale, megacariociti e piastrine). La sua somministrazione permette la risincronizzazione della ciclicità neuroendocrina diretta dalla ghiandola pineale, e quindi proteggerà il sistema di “sorveglianza immunologica”.

Siccome il ritmo del cortisolo è speculare a quello della melatonina, una integrazione di melatonina alla sera mezz’ora prima di addormentarsi, consente di recuperare il corretto ciclo circadiano notturno, comandato in particolar modo dall’interazione tra pineale e ipotalamo. La bilancia cortisolo-melatonina regola la sincronizzazione dei vari ritmi biologici dell’organismo.

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Il consiglio in generale è quello di non far mancare all’organismo, nella delicata fase di recupero delle surrenali, un riposo regolare (ognuno ha le sue ore di sonno fisiologiche, da 6 a 8 circa), garantendo anche che si vada a riposare non oltre mezzanotte possibilmente e non con lo stomaco pieno.

Altro consiglio, è quello di un BREVE RIPOSO, di non oltre 30-40 minuti, spesso chiamato elisir di lunga vita, che permette all’asse ipotalamo-surrene di ricaricarsi anche nell’arco della giornata evitando l’accumulo di ulteriore stanchezza. tale riposo può essere sostituito da un rilassamento profondo o dalla meditazione.

Meditazione

La meditazione è una tecnica vera e propria attraverso la quale il corpo è naturalmente indotto a porre in essere tutti i meccanismi rivolti alla sua salute. Si intende per meditazione non tanto e solo il semplice rilassamento indotto dalle cosiddette meditazioni guidate, nel quale l’attività cerebrale è prevalentemente sulle onde Alpha e può solo lambire le Theta più tipiche del sonno lucido, ma la capacità di perdurare nello stato Theta e raggiungere quello delle onde Delta, normalmente tipiche del sonno profondo. Oltre le onde Delta della meditazione profonda, gli impulsi elettrici del cervello possono in alcuni casi particolari cambiare nettamente e raggiungere le cd onde Gamma, considerate uno stato di trance in cui i poteri psichici diventano ineguagliabili e l’organismo ha accesso a potenzialità tutt’ora non del tutto spiegate.

Il tema della meditazione aprirebbe un ulteriore capitolo, molto ampio, rispetto sia alle tecniche che ai risultati ottenibili, ma qui basti dire, limitandoci alle necessità di un soggetto medio della nostra società già a lungo sottoposto a stress intensi, che l’importante è cominciare a ritagliarsi da 15 a 30 minuti come minimo al giorno per isolarsi totalmente da distrazioni e rumori, mettersi calmi a sedere in posizione eretta, porre l’attenzione sul cd terzo occhio tra le sopracciglia e concentrarsi solo sul respiro, pensare solo al respiro, lasciando che eventuali pensieri in arrivo se ne vadano con il respiro successivo. E’ un modo per cominciare! E potrebbe farsi anche nella vita quotidiana, in un momento di coda nel traffico, come al supermercato, così come …. Al posto della “pausa caffè”! Si veda meglio la pagina dedicata alla Meditazione.

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Infine, come disdegnare altre attività rilassanti come bagni caldi (magari con i Sali di Epson o del bicarbonato, insieme a qualche goccia di olio essenziale, per esempio di lavanda o di gelsomino o di rosa….) o come degli idromassaggi, tenendo comunque inconsiderazione che questi non devono essere troppo lunghi perché sennò rischiano di abbassare troppo pressione e vitalità.

Attività fisica NON intensa

L’attività fisica determina nell’organismo una cascata ormonale che vede presenti in special modo le endorfine. Numerose ricerche si stanno ancora effettuando in proposito, ma è opinione comune che le endorfine svolgano un’azione di coordinazione e controllo delle attività nervose superiori; come anche numerosi alcaloidi di derivazione morfinica, le endorfine sono in grado di procurare uno stato di euforia o di sonnolenza più o meno intenso a seconda della quantità rilasciata; questi stessi effetti si possono riscontrare anche durante l’orgasmo, da cui deriva la tipica condizione fisica correlata. Prima che fossero compiute ricerche mirate al riguardo, questa condizione era per lo più attribuita a cause psicologiche invece che a una causa neurochimica.

In caso di stanchezza delle surrenali, però, non bisognerebbe svolgere attività fisica stancante ed intensa. Yoga del corpo, stretching, passeggiate, bagni in mare sarebbero la cosa migliore, essendo in grado di regolare il sistema ortosimpatico e parasimpatico.

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Alimentazione corretta ed attenzione agli zuccheri

Per quanto concerne l’alimentazione, nel caso di affaticamento delle surrenali, sono assolutamente sconsigliati i digiuni totali, se non le 12-4 ore che intercorrono tra la cena e la colazione, altrimenti il rischio è di stressare ancora di più i meccanismi ipotalamo-surrenali se il sistema vive il digiuno come uno stato di allarme e di carenza.

L’alimentazione può, invece, esercitare anche una azione calmante, utile anche da un punto di vista psicologico nei casi di affaticamento delle surrenali, ed eventualmente anche discretamente disintossicante a vari livelli se fatta con diverse accortezze:

  • molti liquidi che ristabiliscano l’equilibrio elettrolitico e favoriscano l’attività elettro-magnetica dell’organismo;
  • verdure principalmente antiossidanti, di vari colori, crude o saltate velocemente in padella, di non oltre due o tre tipi per volta;
  • frutta fresca lontano dai pasti preferibilmente di un solo tipo per volta, sempre seguendo la stagionalità ed entro le 17 del pomeriggio;
  • accortezze per evitare i picchi glicemici in modo che le surrenali non intervengano nella produzione di cortisolo per bilanciare i livelli di zucchero nel sangue;
  • non consumare pasti troppo pesanti e possibilmente evitare l’accostamento di più tipi di proteine, favorire i cereali integrali, antichi, biologici; limitare le solanacee come le patate, e via dicendo.

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E’ importante mangiare lentamente, mentre non è proficuo, tranne in casi particolari, consumare qualcosa ogni 2-3 ore perché ciò a sua volta appesantirebbe l’organismo chiamato costantemente a mettere in moto i processi digestivi, nonché rischiare di infiammare i dotti della cistifellea e poi quindi anche rendere i processi digestivi più difficoltosi.

Di sicuro tra le cose più importanti è il mantenimento di un costante livello di ZUCCHERI nel sangue. Questo lo si può ottenere evitando gli zuccheri semplici ed i cereali raffinati, soprattutto se ad alto tasso glicemico (come il riso raffinato); evitare il ricorso ai caffè zuccherati o a succhi molto dolci, cui frequentemente si fa ricorso in stati di stanchezza cronica aggravando un circolo vizioso. Ricordiamoci come i picchi glicemici influiscano a livello cerebrale, dello stato di ansia e depressione post picco insulinico, alla fame da carboidrati, ed allo stress di pancreas e surrenali. Tra l’altro dai picchi glicemici si arriva spesso alla insulino-resistenza, tipica già dei soggetti in stato di stress, e, da questa, ad uno sfasato metabolismo dei lipidi unito a quello endocrino, che con il tempo porta a ipercolesterolemia, steatosi ed alle malattie cardiovascolari.

E’ importante per i livelli ormonali assumere grassi sani e non far mancare GRASSI INSATURI (necessari per le membrane cellulari e la produzione di ormoni). Usare magari burro chiarificato, olio di lino (conservato in frigorifero e consumato in breve), olio di cocco, olio d’oliva, avocado, frutta secca, pesci pescati e carni bianche non da allevamenti intensivi. Mantenendo un certo equilibrio tra queste fonti di grassi, sarà anche possibile mantenere un corretto rapporto tra OMEGA 3 (molto rappresentato nel pesce, nell’olio di lino e nelle alghe, sfiammanti) ed omega 6 (molto presenti nell’olio di oliva, infiammanti ad alte dosi). Tale rapporto rischia spesso di essere disequilibrato a netto favore dell’omega 6, che però deve essere riequilibrato dall’apporto di omega 3 onde non favorire processi infiammatori che poi vanno a scapito di tutto l’organismo.

Molti ritengono a tal proposito che sia preferibile consumare cibi ricchi di proteine a PRANZO anziché ricchi di carboidrati in modo da sostenere meglio la salute delle ghiandole surrenali per tutto l’arco della giornata. Lo si può fare con dei legumi (meglio piselli, ceci o lenticchie, o con le proteine del riso germogliato, o con dello yogurt fresco.

Alimentazione curativa

Consumare ALGHE marine, naturalmente ricche, oltre che di omega 3, anche di minerali e di iodio, che servono per la conversione dell’ormone tiroideo T4 in T3 libero. La carenza di iodio è sottodimensionata in quanto tradizionalmente il fabbisogno giornaliero raccomandato viene calcolato “soltanto” in funzione della tiroide, mentre è indispensabile per tutto il sistema endocrino, oltre che per assistere la detossicazione (anche da metalli pesanti) e proteggere dall’inquinamento radiativo.

FARE ATTENZIONE A GLUTINE e LATTICINI in quanto si è visto che negli stati di affaticamento delle surrenali gli stati infiammatori tendono ad essere costantemente più elevati e si è riscontrata una diffusa ed estrema sensibilità sia a glutine che a latticini. Il primo, il glutine, anche in considerazione del fatto che c’è un aumento dei casi di intolleranza al glutine, se non di celiachia (genetica) non certo favoriti dall’abuso di questa proteina nell’industria cerealitica (ma anche dall’ignorante uso di derivati del glutine come il seitan). I secondi, i latticini, anche in connessione del fatto che, oltre a non essere il comune latte di mucca un alimento che si presta ad essere consumato regolarmente nell’età adulta da parte dell’uomo (per carenze enzimatiche e per tipo di grassi, oltre che per la bassa qualità dei prodotti frutto di allevamenti intensivi), anche per il fatto che già nella fase di affaticamento delle surrenali, si tende ad avere un alterato metabolismo dei lipidi, da una parte, ed una maggiore tendenza alla candida, dall’altra (abbassamento sistema immunitario, terreno acidificato, abuso di carboidrati semplici o raffinati).

Aumentare la quantità di acqua bevuta per supportare l’IDRATAZIONE ed aumentare i clousters di molecole di acqua libera a disposizione delle funzioni di detossicazione dell’organismo e tutti i processi su base ionica. Infatti, in fase di stress l’accumulo di tossine endogene ed esogene aumenta in quanto l’organismo è più impegnato a far fronte ai meccanismi di allerta e di infiammazione che a meccanismi di disintossicazione, con rischio di maggiore accumulo, blocco enzimatico e innesco di metabolismi disfunzionali. L’acqua è la base fondamentale di tutte le cellule, del tessuto connettivo e del sangue e linfa.

Integratori se servono

Per l’importanza di magnesio, selenio, iodio e zinco, si rimanda all’articolo apposito, ma questi sono sicuramente i primi integratori di cui si potrebbe avere bisogno.

Altri integratori utili nella stanchezza delle surrenali potrebbe essere: Vitamina C, Vitamine del gruppo B, Clorella, Curcumina, Omega-3, Vitamina D, Rhodiola Rosea.

L’assunzione degli integratori dipende dalla situazione personale e quindi bisogna valutare caso per caso.

La biorisonanza permette di testare ciascuna sostanza per vedere se e quale, ed in che misura, giova all’organismo. Si veda meglio la pagina sui test completi di biorisonanza. Lo stesso dicasi per l’alimentazione: vedi alimentazione curativa.

Chi soffre di stanchezza surrenale NON DOVREBBE:

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  • Fare digiuni totali;
  • Eccedere in caffè, zuccheri e snack salati;
  • Bere alcolici e bevande zuccherate e stimolanti;
  • Fare una colazione a base di soli carboidrati;
  • Fare esercizio fisico troppo intenso;
  • Consumare prodotti raffinati ad alto indice glicemico (farine, zuccheri, ecc);
  • Consumare troppo glutine e latticini;
  • Consumare sale raffinato;
  • sopprime la produzione di melatonina: stare davanti ad uno schermo luminoso fino a tardi (tablet, smartphone, computer, televisione) dato che la luce degli schermi LED dei dispositivi inibisce la produzione di melatonina.

Conclusioni

stanchezza surrenali

E’ necessario dare giusta enfasi ad un problema, quello della sindrome della stanchezza delle surrenali, tanto diffuso quanto importante, poco riconosciuto, ancor meno opportunamente curato, e spesso veramente inficiante sia la nostra salute che le nostre relazioni.

Sindrome, etimologicamente, deriva dal greco συνδρομή, (sindromè), composta da συν (sun), cioè con, e δρόμος (dromos), cioè corsa, ovvero sintomi che concorrono insieme; infatti, in medicina il termine sindrome indica il complesso di sintomi e segni clinici che, indipendentemente dalla loro eziologia, costituiscono le manifestazioni cliniche di una o più patologie.

Per quanto concerne la biorisonanza, essa può aiutare moltissimo l’organismo a ristabilirsi più in fretta. I trattamenti sono sempre “dolci” ed al tempo stesso efficaci nel dialogare con l’organismo in maniera naturale. Ci sono programmi specifici:

  • per aumentare l’energia degli organi (vd. ATP surrenali, cervello, cervelletto),
  • regolare o stimolare la produzione di cortisolo,
  • ripristinare l’equilibrio ormonale dell’asso ipotalamo-ipofisi-surrene e delle gonadi (ovaio o testicoli),
  • riequilibrare i metabolismi in particolare zuccheri e dei grassi,
  • trattare gli stati di stress fisico e/o mentale,
  • combattere i disturbi dell’adattamento,
  • ridurre il craving da carboidrati,
  • attenuare i disturbi mestruali,
  • etc.

Si veda anche la pagina sui trattamenti di biorisonanza.

Laura Mancini Tamburini – Vietata la riproduzione

Bibliografia

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